Breve storia
Nel 1983, grazie alla passione e alla dedizione di un gruppo di volontari, nasce a Travagliato la Cooperativa “Il Vomere”. L’atto di nascita è il risultato di anni di rapporti e di contatti con persone disabili, con le loro famiglie, nel tentativo di fornire un aiuto concreto, delle risposte ai mille problemi di una situazione, vissuta a vari livelli, di sostanziale abbandono, solitudine, emarginazione.
Il lavoro della Cooperativa diventa importante per tutto il territorio, nasce l’esigenza di inserire alcuni disabili in un laboratorio protetto.
L’attività che verrà realizzata sarà quella della confezione di calze tramite un rapporto con un azienda locale. Questa iniziativa è molto importante perchè consente di dare inizio ad un passaggio successivo, quello della realizzazione di una sede idonea dove far svolgere l’attività lavorativa.
L’ Amministrazione Comunale dona alla Cooperativa 2000 mq. di terreno nella zona Averolda e gli Alpini di Travagliato si fanno carico della costruzione dell’edificio, contribuendo all’impresa non solo manualmente, ma anche finanziariamente.
Un considerevole aiuto proviene poi dalla solidarietà dei cittadini travagliatesi e non solo. Nel giugno del 1992 viene inaugurata ufficialmente la sede e viene aperto il Centro Socio Educativo, l’attuale Centro Diurno Disabili.
Nel frattempo la cooperativa prende atto della conclusione di un esperienza: quella relativa al laboratorio protetto.
Iniziano a farsi strada altre necessità sul territorio sino a quando l’ASL di Brescia propone di attivare un servizio diurno per disabili gravi e gravissimi.
ll CSE (Centro Socio Educativo), prende avvio nel 1992 con una possibilità di inserimento sino a 24 posti. Nel tempo sono altre le imprese che la cooperativa il Vomere tenta di costruire:
Dapprima viene fondato lo SFA (attualmente CSE) per utenti con minore fragilità personale. La struttura dello SFA è collocata necessariamente nei pressi del paese per consentire agli utenti di raggiungere agevolmente il servizio.
Viene aperta una bottega del commercio equo e solidale per promuovere sia la cultura della solidarietà, sia per cercare di gestire un concreto un laboratorio interno ma rivolto verso l’esterno della realtà in cui sono aperti i servizi.